Il calzolaio

Un tempo non molto lontano, se ne potevano contare di calzolai, anche quattro o cinque per ogni paese, essendo uno dei mestieri più antichi e assai utili alla comunità civile.
Il ruolo che svolgeva all'interno del sistema economico, è andato col tempo scomparendo, con l'affermarsi della società dei consumi.
Chi fa riparare un paio di scarpe il giorno d'oggi?
È più conveniente acquistarne uno nuovo. I motivi sono vari: moda, praticità, costo ecc, ecc. Invece ai tempi che furono, si ricorreva spesso al calzolaio, perché un buon paio di scarpe doveva durare per molto tempo. La società contadina usava come calzature quasi esclusivamente gli zoccoli di legno; solo nelle occasioni speciali come la domenica, col vestito della festa e nelle occasioni speciali, ad esempio quando si andava dalla morosa, si mettevano le scarpe.
Ci sembra questa una doverosa premessa che rende onore alla memoria di questo antico mestiere, di servizio alla persona.
In Via S. Rocco, a Telgate c'era la bottega di Rossi Antonio, calzolaio da sempre. "Il Rossi "come era universalmente chiamato in paese, ha esercitato questa professione per oltre quarant'anni.
Quanti lo hanno conosciuto ricorderanno la discrezione e la semplicità, qualità tipiche di un carattere schivo e gioviale, che di solito si accompagnano alle persone che, come lui, hanno vissuto con lo stile di vita assai diffuso in quei tempi: casa, chiesa, lavoro, famiglia.
È facile immaginarlo al lavoro seduto dietro banchetto da calzolaio, con lì davanti tutti quegli strani arnesi che brandiva.
Le scarpe riparate, riposte in uno scaffale ben ordinate, e quelle in lavorazione sparse sul pavimento, capovolte con la suola nuova cucita a mano, oppure coi tacchi nuovi in "vibram" appena incollati.
Là in un angolo, le scarpe de "fubal" coi tacchetti di cuoio, perché chissà mai per quale ragione le scarpe da pallone, si dovevano portare solo dal "Rossi."
Una ragione precisa non la sapeva nemmeno lui, soleva spesso affermare che il mestiere del calzolaio era il meno complicato di tutti, essendo legato ai piedi.
Pare di sentirlo mentre chiosava "Le teste della gente, sono sempre diverse, invece i piedi sono tutti uguali; solo più grandi o più piccoli, ma sempre uguali".
Nato nel 1909, ha iniziato prestissimo a fare il calzolaio. Del resto era uno dei pochissimi mestieri che si potevano apprendere a "bottega" facendo da apprendista ad un vecchio calzolaio dal quale s' imparava tutto, anche come mantenere decorosamente una famiglia con cinque figli.
A metà degli anni sessanta, ormai in pensione, non si rassegnava di stare fermo un attimo. Scelse di aiutare la comunità di Telgate prendendosi cura dell'oratorio in aiuto al curato don Giancarlo Pezzotta.
Il bar, la sala giochi dei ragazzi, la squadra di calcio, l'apertura e la chiusura del medesimo oratorio che, a differenza di un comune esercizio commerciale, deve stare aperto il più possibile, sopratutto il sabato e la domenica.
Fece in altre parole da precursore a tanti altri "pensionati" che lungo gli anni si adoprarono a dare una mano alla conduzione della struttura parrocchiale, che per oltre cinquant'anni è stato l'unico luogo d'incontro per la gioventù di Telgate, continuando, tuttora, la sua insostituibile funzione educativa.
Del "Rossi" (attraverso i ricordi del figlio Angelo) abbiamo appreso come fossero cari i legami familiari che da vivo coltivava con il fratello e le sorelle, specialmente con Suor Natalia, delle suore di Maria Bambina, che alla venerabile età di 82 anni, presta ancora attivamente il suo apostolato in una casa della congregazione, ad Alzano Lombardo, alle suore anziane.
In ricordo di Rossi Antonio desideriamo rivolgere a nome dei lettori del bollettino un saluto a tutti i suoi parenti che vogliamo sperare abbiano a gradire le poche righe che abbiamo stese a sua memoria.

La redazione.

(dall’inserto dell’angelo in Famiglia n.9 di novembre 2004)